Naturalmente tra tutte le costruzioni civili emerge il Castello Marchesale che ha subito nei secoli diversi rimaneggiamenti, gli ultimi che apportarono modifiche furono i Doria d’Angri che ne rifecero la facciata sud alla stregua di quella che ancora oggi è la facciata di Palazzo Doria d’Angri a Napoli in piazzetta VII settembre, all’inizio di via Toledo, lato nord, dal cui balcone, appunto, il 7 settembre 1860 si affacciò Garibaldi per salutare il popolo napoletano.
Notevole è la Cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Paolo che fronteggia il mare,deliziosa è la Cappella di San Michele che nasce come Chiesetta votiva fatta costruire da un Pinto tratto in schiavitù dai saraceni e poi liberato dal Bej di Tunisi.
Nella parte sud del paese vi è ancora qualche rudere di un convento di Francescani che i frati abbandonarono per contrasto con alcune famiglie locali, questo è un argomento ancora tabù, dopo più di un secolo, ma la presenza del Convento stava ad indicare che le prime costruzioni di quella che poi doveva diventare Pisciotta sorsero in quel luogo, che era il più facilmente difendibile.
Poco più sopra del Convento
Nel territorio del Comune di Pisciotta e precisamente nella frazione di Caprioli si trova , a poca distanza dal mare, il cosiddetto Cenotafio di Palinuro, una diruta costruzione circolare in pietra che la leggenda vuole eretta per ricordare il nocchiero di Enea che Virgilio immagina sia stato ucciso dai feroci abitanti della zona.
Naturalmente, nulla di più falso, Virgilio che con l’Eneide intendeva celebrare i fasti della famiglia Giulia, quella di Augusto, per ingraziarsi l’ Imperatore che a Palinuro aveva perduto la flotta per una bufera, non esitò a bollare il luogo come zona poco raccomandabile sia per il tempo meteorologico, sia per gli abitanti.